Sul livello del mare di Marinella Venanzi

Da là su, in uno spazio imprecisato sul livello del mare, si possono vedere tante cose. Tutto è rappresentabile o può cadere all’attenzione del nostro occhio. La pittura contemporanea vive di questo, assume, come ogni linguaggio, l’energia e i contenuti della propria epoca introducendo nel proprio repertorio di immagini la visione complessa e mutevole della società, le immagini dei media, i giornali, la fotografia, il cinema, internet, i manifesti pubblicitari.
Nella pittura di Riccardo Costantini, prima di tutto, la foto ferma la realtà. La rielaborazione successiva non è però un avvicinarsi direttamente all’oggetto tramite il mezzo fotografico. La pittura prende una strada a sé. La foto è rappresentazione di un attimo. C’è poi un tempo molto importante che passa tra la registrazione fotografica e la pittura. Questo perché la tela registra il lasso del fare: il tempo che il pennello impiega nel registrare il soggetto sulla tela, il passaggio dalla realtà al mezzo fotografico, e alla tela attraverso la pittura. In questo modo non è la realtà ad essere riprodotta, ma quello che l’oggetto mostra di sé all’obbiettivo. La foto è il mezzo per fissare un particolare così come la realtà suggerisce di pensare ad alcune cose, lasciando allo spettatore un senso di sospensione provocato da uno spazio e un tempo fermi e dal continuo rimando tra realtà, fotografia e dipinto.

Testo d’introduzione al catalogo della mostra dei borsisti della 88.ma collettiva Fondazione Bevilacqua La Masa, intitolata “Hiddentity/Identità nascoste” a cura di Marinella Venanzi e inaugurata il 16 dicembre 2005 presso Palzzo Tito a Venezia.